Il successo ventennale del “Centro Sub Monte Conero” in un mare così difficile ha origine dalla passione di Marco che ha costruito una squadra composta da guide che lavorano con lui da anni e conoscono tutti gli angoli di questo mare. L’intero team si avvale della collaborazione dei biologi marini Angelo Mojetta e Federico Betti (www.federicobetti.it, autore del libro ‘Il regno dei nudibranchi – guida ai molluschi opistobranchi della Riviera del Conero’). Angelo e Federico supportano il team nell’identificazione delle specie ed accrescono sempre più le competenze di tutti i membri dello staff. Ogni volta che si esce in immersione i ragazzi di Marco si sfidano per la ricerca di questo o quel soggetto, oppure si scambiano a fine immersione informazioni e commenti su avvistamenti particolarmente entusiasmanti o particolari.

La filosofia del “Centro Sub Monte Conero” e’ che per consentire al subacqueo di godere appieno delle ricchezze presenti, ciascuna guida non avrà con se’ più di due ospiti, permettendo così alla guida stessa di potersi concentrare maggiormente nella ricerca dei soggetti ed avere a disposizione il tempo necessario per mostrarli ai subacquei.

Marco e’ anche un grande fotografo subacqueo, vincitore di numerosi premi nazionali ed internazionali: se a questo ultimo importante dettaglio riguardante la cultura e la competenza fotografica del “Centro Sub Monte Conero” si aggiunge anche il fatto che le strutture del diving hanno una logistica estremamente comoda e rilassante, si può comprendere appieno perché il “Centro Sub Monte Conero” sia annoverato da IUPS come “photographers friendly diving”.

Mi sono incontrato con Marco durante il ponte dello scorso 1 Maggio, e questa volta in veste di “inviato” IUPS l’ho “sfidato” nel cercare un modo diverso di presentare sul nostro portale fotosub.net il mare di Numana. Lui mi ha accolto come sempre con la sua energia ed il suo entusiasmo, ed il tema da sviluppare non e’ tardato ad arrivare: Marco infatti mi ha riferito che quest’anno si sono create una serie di situazioni molto particolari, che hanno favorito l’arrivo massiccio di specie molto rare, difficilmente avvistate anche a Numana in anni passati.

Lo scorso anno ho già avuto modo di parlare su articoli scritti per riviste straniere di Numana e dei tesori che il mare del Conero cela, tanto da identificare questo posto fra i subacquei appassionati di biologia marina come la “Lembeh italiana”.

Dal punto di vista biologico infatti, i fondali della Riviera del Conero, ed in generale quelli dell’Adriatico, rappresentano un ambiente estremamente affascinante: le acque sono verdi e ricche di fitoplancton (una micro-alga alla base di molte catene alimentari), i fondali del Nord Adriatico hanno struttura “a piscina” e sono ricchi di sostanze nutritive trasportate dal grande fiume Po e necessarie alle micro-alghe per proliferare e sostenere tutte le altre forme di vita.

La forte stagionalità (la temperatura dell’acqua varia tra i 3 ed i 28 gradi Celsius) permette anche la vita di animali dei mari freddi, quindi la biodiversità generale aumenta (ciò è visibile soprattutto nei nudibranchi). Come detto, sono condizioni tipiche dell’alto Adriatico, ed infatti ecosistemi simili sono presenti per esempio a Ravenna (la Piallassa Baiona ed il relitto Paguro) o più a nord a Trieste (Sistiana).

Ma ciò che rende veramente unica Numana rispetto agli altri siti dell’Adriatico e’ che le ripide pareti calcaree del monte Conero sono l’unica “isola rocciosa” lungo le coste sabbiose del bacino di alto e medio Adriatico, fungendo quindi da polo di attrazione; come tale, tutti i piccoli organismi che richiedono superfici dure per la vita si concentrano qui, trovando le condizioni ideali per la propria sopravvivenza. Anche gli organismi viventi sui fondali sabbiosi che circondano la zona si avvicinano a questo rocce e si concentrano dove la vita ferve. La disponibilità di così tanto cibo e così poco spazio roccioso in un mare tipicamente di sabbia ha concentrato in una piccola area un gran numero di specie e ha promosso l’adattamento alla vita in un ecosistema unico, che può garantire la sopravvivenza di molte specie che sono estremamente rare nel resto del Mediterraneo, permettendoci di osservare animali che difficilmente possono essere incontrati in immersioni in altre zone.

A Nunama si fa “muck diving”: il muck diving e’ una specialità della subacquea che prende il nome dal sedimento che si trova sul fondo di ambienti fangosi: questo implica spesso una visibilità molto limitata. Inoltre gli organismi che vivono in questo habitat sono in genere piccoli e nascosti, ed e’ necessario avere conoscenze di biologia marina per sapere cosa cercare e dove cercarlo.

David Salvatori

www.ilmaresonoio.com